Che meraviglia che sei,
Sei proprio l‘uomo che io m‘inventerei,
Che confusione che fai,
Che contraccolpo alla mia tranquillità.
E non sai,
Che tocco magico hai.
Che cosa fare di te,
Così senz‘arte ne parte come sei,
Ma i giorni che tu mi dai,
Io dove diavolo altrove li vivrei.
Se ci sei,
Ed anche se non ci sei.
Questione di pelle,
Di segni, di stelle,
Di strane e sottili affinità!
Mio, il mio,
Sbagliato quanto basta ma mi sei rimasto in testa,
Solo mio, il mio,
Inevitabilmente, anche se pericolosamente.
Sì, ma lo sai,
La meraviglia che sei.
Che meraviglia che sei.
Il terremoto che non si calma mai.
Con la tua serie di guai.
Che non risolvi ma aumenti casomai.
Solo tu,
Quanto entusiasmo mi dai.
Perché mi proponi,
Leggere emozioni,
E un tocco di irrazionalità!
Mio, il mio,
L‘antitesi di quello che si prende per modello,
Ma sei mio, il mio,
Un bagno d‘incoscienza, d‘irrequieta adolescenza.
Ma lo sai,
O non sai?
Che meraviglia che sei.
Mio, il mio,
Sbagliato quanto basta ma mi sei rimasto in testa,
Solo mio, il mio,
Inevitabilmente, anche se pericolosamente.
Sì, ma lo sai,
La meraviglia che sei.
Il mio,
Ma sei mio, il mio,
Ma lo sai,
O non sai?
Che meraviglia che sei!
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